Io Zombo, Tu Zombi, Lei Zomba – Nello Rossati (1979) | Recensione Film

Locandina di Io Zombo, da IMDB
La locandina, da IMDB

English version available here.

Titolo originale: io Zombo tu Zombi lei Zomba

Anno: 1979

Produzione: Tv Cine 77

Regia: Nello Rossati

Sceneggiatura: Roberto Gianviti; Nello Rossati; Paolo Vidali

Direzione della Fotografia: Sandro Moncari

Montaggio: Adalberto Ceccarelli

Effetti speciali e Trucco: Sergio Basili; Italo Cameracanna; Aldo Ciorba

Musiche: G. Ployer (alias Gianfranco Plenizio)

Durata: 97 minuti circa

Budget: N/A; Secondo Renzo Montagnani “non c’era il becco d’un quattrino (fonte: Amarcord n. 3, giugno-luglio 1996, citato su Il Davinotti)

Incassi: N/A

Trailer first:

E buona lettura!

ATTENZIONE – CONTIENE SPOILER

Ogni tanto capita di vedere o rivedere un film per puro caso e di accorgersi con una strana sensazione che, pur essendo all’altezza di tanti suoi “colleghi” che regolarmente passano in televisione, esso non viene trasmesso se non ad intervalli lunghi e irregolari, con l’eccezione magari di qualche tv locale.

E’ questo il caso di Io Zombo, Tu Zombi, Lei Zomba, commedia horror di Nello Rossati datata 1979 e influenzata dall’allora dittico di Romero de La Notte Dei Morti Viventi e Zombi1.

E’ un caso un po’ strano, quello della mancata programmazione di questo film.

Ed è un po’ triste, anche perché, pur avendo tutti (e dico tutti) i difetti della commedia sexy all’italiana, questo film ha due caratteristiche peculiari che forse varrebbe la pena di notare: una povertà di mezzi che in certi momenti lo attesta veramente al confine dell’indipendente (si veda già solo la locandina in alto, dove oltre Nadia Cassini qualcuno avrà notato il vassoio appena accennato che tiene in mano, o almeno quello che si intuisce essere un vassoio); il suo inserimento fra le commedie horror (in particolare a tema zombi) e fra le parodie.

E non a caso questo film magari non avrà incassato, magari non lo trasmettono mai, ma è conosciuto un po’ ovunque2: l’essersi focalizzato su un genere determinato, la citazione, la connotazione horror alquanto insolita per una commedia dell’epoca hanno evidentemente consentito a questo film di venire, col tempo, almeno ricordato e di diventare a suo modo oggetto di culto.

La povertà di mezzi. In effetti, più che “di mezzi”, è una povertà di realizzazione. Se infatti c’è una cosa che anche i più duri detrattori di questo film noteranno, questa è la presenza nel cast di una nutrita serie di attori molto gettonati: Renzo Montagnani, Cochi PonzoniDuilio Del Prete, Daniele Vargas, Gianfranco D’Angelo, Anna Mazzamauro, Nadia Cassini, Arrigo Masi (in arte Ghigo Masino)Tullio Solenghi (all’esordio).

Certo, vista la povertà del resto, la prima deduzione che si potrebbe fare è che forse il budget è finito tutto negli onorari dei suddetti attori. Potrebbe anche essere, per carità. In ogni caso lo stesso Montagnani ebbe ad ammettere che per quanto atteneva al film “non c’era il becco d’un quattrino3.

E tuttavia la realizzazione, in effetti abbastanza povera, non lo è poi troppo nelle scenografie, che tutto sommato sono ordinarie ma decorose, per esempio4.

In ogni caso la trama è presto detta: il custode di un cimitero (Montagnani) resuscita per sbaglio tre vittime di un sinistro stradale (Vargas, Del Prete e Ponzoni) leggendo ad alta voce un incantesimo riportato in un romanzo horror. Morto per lo spavento, il custode viene a sua volta zombificato dagli altri e, nella ricerca di carne umana da mangiare, i quattro si metteranno a gestire un hotel-ristorante allo scopo di mangiarne gli avventori.

Fin qui sembra esserci un buon terreno di coltura per una commedia divertente, e tutto sommato può anche esserlo. Certo, le battute non sono sempre il massimo, ma possono anche far ridere5.

Sotto altro profilo, va anche detto che forse qualche trucco meno vistoso e meno scontato, come nel caso dell’idropisia di cui soffre Gianfranco D’Angelo, poteva essere trovato.

E c’è pure una contraddizione che non si spiegherebbe se non con un tortuoso giro di argomentazioni, peraltro esperibile solo dopo aver visto il film per intero: Tullio Solenghi infatti è uno zombi, ma da vivo era stato ammazzato con un colpo di pistola in testa. Se il punto debole degli zombi è la testa, come ha fatto Solenghi anche solo a resuscitare? Mah. A dire il vero si può anche spiegare ma è veramente tortuoso, fra realtà e fantasia, il romanzo horror che non è sempre attendibile, il fatto che lo zombi di Solenghi non sembri brillare (almeno all’inizio) per intelligenza e questo forse proprio per il colpo alla testa, quell’idea che ogni tanto ritorna e per cui non si dovrebbero prendere sul serio questi film (perché, poi, non l’ho ancora ben capito: questo film conta tre e dicansi tre sceneggiatori, per dire). E anche questa tortuosa spiegazione si presterebbe ad essere contraddetta, fra l’altro.

Non manca comunque qualche bella battuta, qualche bella6 gag e qualche situazione insolita, a tratti ai limiti del surreale.

Anna Mazzamauro, ad esempio, è sempre perfetta, e infatti qui è l’incrocio riuscitissimo fra la Sig.na Silvani e una moglie tirannica verso il marito (Vittorio Marsiglia). Montagnani è anche lui, come sempre, bravissimo, e sue sono forse le migliori battute del film, specie quelle contro Vargas “Predappio” e la sua voglia di comandare. Masino è un autista di pompe funebri che si lamenta dei pregiudizi sulla sua professione ma pieno anch’egli di pregiudizi di ogni tipo. I tanti caratteristi di contorno fanno la loro figura.

A proposito di situazioni particolari, poi, questa dovrebbe essere anche la prima volta in cui si inserisce in un film l’idea di un amplesso fra una donna e uno zombi.

C’è anche qualche chicca da collezionisti.

Per gli amanti del fumetto horror-erotico, facciamo notare che il pestifero figlio di Anna Mazzamauro (Fabrizio Vidale7) legge Oltretomba.

Per gli amanti della parte sexy della commedia sexy, Nadia Cassini si mostra in tutta la sua bellezza durante quello che è forse lo strip più poveramente girato nella Storia del cinema italiano8, in cui dà anche prova di buon equilibrio su un tavolo coperto da una tovaglia scivolosissima.

Per gli amanti dell’horror, poi, sia una bella inquadratura dei quattro zombi in un prato, sia l’idea del supermercato possono dare qualche soddisfazione, oltre ovviamente alla vista del cimitero in sé, che resta sempre un luogo dell’anima.

Per gli appassionati di pseudobiblia, infine, il romanzo La Vendetta Dello Zombi di Ed Calder, edito in questo film da Mondadori nella collana I Record, potrebbe essere un nuovo elemento della collezione9.

E una cosa si può anche dire, alla fine: un film che parla di morti viventi, con protagonista un custode di cimiteri di provincia non esattamente geniale interpretato da Renzo Montagnani, e che si propone di mostrarci le avventure comiche di quattro zombi nella commedia sexy all’italiana doveva essere un film povero, con problemi di sceneggiatura, con una comicità anche greve, senza personaggi pienamente positivi (D’Angelo a parte), con dei titoli di testa che sembrano essere stati prodotti in serie anni prima per uno dei mille film di Franco e Ciccio.

Doveva esserlo perché mica serve solo a farci ridere: serve a farci riflettere.

Siamo sicuri che una commediola qualsiasi, scialba ma ritmata e colorata, sarebbe stata meglio?! Siamo sicuri che infilare due zombi nel classico collegio dove il commendator Lino Banfi insidia la professoressa Michela Miti sarebbe stato così brillante?!

Temo proprio di no. Probabilmente ce la saremmo scordata dopo cinque minuti, quella commediola. Così come ci siamo scordati i diecimila Pierini e le diecimila Insegnanti, Poliziotte, Dottoresse e Infermiere, tutti ormai talmente sdoganati e rivalutati che ce li passano pure a mezzogiorno.

E invece a salvarsi dall’oblio, guarda caso, sono proprio quegli episodi della commedia sexy che, come questo, presentano situazioni particolari o sono essi stessi particolari, essi stessi simbolici, essi stessi indimenticabili.

E Io Zombo, Tu Zombi, Lei Zomba è, a suo modo, un film indimenticabile.

Trailer televisivo per 7 Gold

Bibliografia

Dyson, Emma. A Strange Body Of Work: The Cinematic Zombie. Visibile qui: https://researchportal.port.ac.uk/portal/files/2951395/Austin_A_Strange_Body_of_Work.pdf (ult. visita 10/07/2018)

Sitografia

Il Davinotti: curiosità sul film – https://www.davinotti.com/index.php?forum=40001713 (ult. visita 08/07/2018)

Il Davinotti: location del film – https://www.davinotti.com/index.php?forum=50001713 (ult. visita 11/07/2018)

Il Davinotti: programmazione del film in televisione – https://www.davinotti.com/index.php?forum=30001713 (ult. visita 09/07/2018)

IMDB – https://www.imdb.com/title/tt0128275/mediaviewer/rm2434882816 (ult. visita 11/07/2018)

Letterboxd – https://letterboxd.com/slapayoda/list/eaten-alive-italian-cannibal-and-zombie-movies/ (ult. visita 13/07/2018)

Porthsmouth Research Portal – https://researchportal.port.ac.uk/portal/en/theses/a-strange-body-of-work(b8b025f1-369e-4b5e-80c9-760a40e964a0).html (ult. visita 08/07/2018)

Vox – Osservatorio italiano sui diritti – http://www.voxdiritti.it/la-mappa-dellintolleranza-anno-3-la-nuova-radiografia-dellitalia-che-odia-online/ (ult. visita 13/07/2018)

  1. Per la questione della programmazione tv vedere qui.
  2. Si veda qui ad esempio, in particolare pag. 313, e qui.
  3. In un’intervista un cui stralcio è riportato qui.
  4. Il film è stato girato a Palombara Sabina e a Sant’Angelo Romano (RM), e probabilmente l’Hotel Silvan (oggi Sylvan) e il cimitero (il Cimitero di San Francesco presso Palombara), i cui responsabili nei titoli di coda si ringraziano, non sono stati troppo alterati durante le riprese. Per le location del film vedere qui.
  5. Come in tanti film di questo genere, alcune di esse potrebbero oggi essere giudicate un filino politically incorrect. Solo un filino, però. Prima di tutto perché in effetti anche chi le dice, queste battute, non è dipinto esattamente come un genio. E poi perché, possiamo anche dirlo, nel frattempo anche noi ci siamo sostanzialmente imbarbariti: vedere e navigare liberamente qui per credere.

    Domandona che giustamente ogni tanto ci si pone: è stato anche per certe battute un po’ così che ci siamo imbarbariti come quel link sembra dirci? La mia modesta e personale opinione, aperta ovviamente ad aggiornamenti, smentite e quant’altro, è che, comunque sia andata, non ce l’ha certo ordinato il medico, che del resto nemmeno ci ordina, oggi, di continuare sulla stessa strada o, tantomeno, di censurare questi o altri film.

    Sussiste invece, a modesto parere di chi scrive, un problema di anticorpi che dovrebbero essere presenti nella società e nei tanto bistrattati corpi intermedi, un problema per cui mancano i filtri con cui leggere sia la realtà che i suoi specchi (fra cui il cinema). E sussiste soprattutto la necessità, prima della fruizione dei film o di qualsiasi altra opera, di una premessa da parte di qualche esperto o almeno appassionato (che abbia superato un test minimamente selettivo) e di una postfazione che ricomponga il quadro. Oggi più che mai. Dice che si allungherebbero i tempi di tipo cinque minuti. Capirai: fino all’altro giorno si tagliavano pure i titoli di coda!

    E mai invocare la censura, per cortesia: qualcuno si ricorderà il caso di Via Col Vento a Memphis, giusto per non toccare le travi di casa nostra (ne avevo parlato qui).

  6. O bel, fate pure voi.
  7. Oggi doppiatore, fra gli altri, di Jack Black.
  8. Non ce ne voglia Nadia Cassini nel caso ci leggesse, perché non è certo colpa sua.
  9. Potrebbe anche esistere davvero, chissà. Certo, l’incantesimo sarà probabilmente diverso da quello recitato da Montagnani!

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