L’uomo più ricco di Babilonia – George S. Clason (1926) | Recensione Libro

Cover dal sito della ABP Editore

Titolo originale: The richest man in Babylon

Anno: 1926

Autore: George Samuel Clason

Editore: Penguin Books

ISBN: 978-0451205360

Prima di tutto, ecco l’audiolibro completo dal canale YT di ABP Editore:

Segue la recensione!

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ATTENZIONE – PUO’ CONTENERE SPOILER

Come immagino tante persone, specie in questi tempi di crisi, mi capita spesso di documentarmi di economia, anche solo domestica, risparmio, crescita personale eccetera. E’ così che, fra i video dei vari guru di YouTube, mi sono imbattuto più volte in riferimenti, riassunti, citazioni da L’uomo più ricco di Babilonia, libro a metà fra il romanzo storico e il saggio di economia, scritto dallo statunitense George Samuel Clason nel non così lontano 1926.

Pur avendo la vaga idea di cercare una copia del libro, avevo già acquistato vari altri testi, molti dei quali ancora da leggere, e, volendo dare all’operazione un più forte sapore di ricerca o, se vogliamo, di quest, non ho mai pensato di ordinarne una copia online o di setacciare le librerie finché non l’avessi trovato. Mi sono invece imbattuto, un paio di settimane fa, nell’audiolibro completo sul canale della ABP Editore, immergendomici durante i lunghi commuting sulle mai abbastanza valorizzate ferrovie italiane.

Diciamo subito che si tratta di un romanzo, o meglio di una serie di racconti legati da una cornice narrativa, aventi in comune il tema del denaro e dell’emancipazione dell’individuo attraverso di esso. Il racconto principale, quello su cui si reggono tutti gli altri, è quello che vede un antico fabbricante di carri che, pensoso, fissa il suo ultimo lavoro ancora incompiuto. Sopraggiunge un suo amico musicista, bisognoso di soldi fino al prossimo lavoro, ed è l’occasione per discutere di come loro, come del resto molti dei loro conoscenti, siano rimasti in qualche modo ai margini della vita economica della pur ricchissima Babilonia, governata all’epoca da Sargon il Grande. Eppure, uno dei loro vecchi amici, Arkad, è riuscito ad emergere, fino a diventare, appunto, l’uomo più ricco di Babilonia, ascoltatissimo dallo stesso Sargon.

E’ così che i due, insieme ad altri amici, si recano da Arkad a chiedergli consiglio, curiosi di sapere come mai proprio lui, che mai li aveva superati né negli studi né nelle arti, abbia avuto un tale successo, mentre loro sono rimasti indietro.

Comincia così una serie di racconti, in parte narrati dallo stesso Arkad e in parte da altri suoi concittadini, fino a dei moderni archeologi occidentali, che hanno come tema il risparmio, la motivazione, la perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi. Si affrontano le questioni del debito, della carriera, delle differenze fra lavoro dipendente e imprenditoria o libera professione, dell’interesse composto, del rischio d’impresa. Il tutto in un modo insieme semplice ed evocativo.

L’aria che si respira, infatti, grazie anche alle musiche che in questa edizione accompagnano la lettura di Francesco Pisaneschi, è quella del dialogo socratico o della parabola evangelica. Seguiamo le avventure di dissipatori di patrimoni divenuti briganti e schiavi e infine riscattatisi, di prestatori di denaro che si fanno maestri di vita, allevatori e mercanti, tutti in corsa verso l’indipendenza economica e, in sostanza, verso la libertà.

E inoltre, essendo questo, sia pure dietro metafora, anche un saggio di economia domestica e di motivazione, ai racconti vengono poi associati dei principi, a volte illustrati durante vere e proprie lezioni, che oggi si potrebbero chiamare dei corsi professionalizzanti o dei seminari, tenute da Arkad a funzionari e cittadini babilonesi, nell’ambito di un progetto di educazione finanziaria su vasta scala della cittadinanza.

E cos’è che salta subito all’occhio? Proprio il tema principale, cioè il denaro. Oggi siamo abituati a vedere in libreria o in edicola testi divulgativi sui mutui, sulla carriera, sugli investimenti finanziari, ma non è stato sempre così. Per anni e anni, fino, forse, almeno agli anni Ottanta, nel nostro Paese parlare pubblicamente di soldi era qualcosa di insolito, forse anche di malvisto, di svilente per argomenti che si supponevano più “alti”. Siamo, del resto, il Paese in cui solo una recente Direttiva UE (che tuttavia necessita di applicazione interna) ha in qualche modo permesso ai lavoratori di conoscere lo stipendio medio dei propri pari nella singola azienda; siamo, inoltre, un Paese ancora permeato da uno strano cattolicesimo, per cui le ville sul mare, le auto di lusso, la grande moda, i ristoranti stellati fanno da contraltare a una concezione della vita per cui, nel discorso pubblico, il denaro sarebbe in sostanza una cosa negativa, di cui, se possibile, sarebbe anche bene fare a meno.

E, se non sembra che nel 1926 le cose in Italia fossero tanto diverse, le classi dirigenti degli Stati Uniti avevano già imparato a proprie spese l’importanza dell’economia quando, in un impeto di vanagloria (o forse di disperazione), gli Stati del Sud avevano costituito la Confederazione, contando sull’eroismo individuale e sull’abilità dei generali, senza capire che ormai il progresso rendeva ben più determinanti la produzione industriale, le infrastrutture, i rifornimenti dall’estero.

E anche il libro di Clason, infatti, non è un caso unico nel panorama americano dell’epoca: pochi anni più tardi, Napoleon Hill avrebbe pubblicato il celeberrimo Pensa e Arricchisci te stesso, Elizabeth Magie avrebbe brevettato il primo gioco del Monopoly, e la finanza americana, che pure avrebbe vissuto il Crollo di Wall Street del 1929, si sarebbe ripresa in pochi anni anche grazie, fra l’altro, al secondo suicidio europeo del 1939.

E’ forse questo il segreto del successo su scala globale, una popolazione alfabetizzata, una stampa progressista, un’economia che si regga sulle proprie gambe e che incentivi la partecipazione dell’individuo al mercato e al miglioramento del proprio tenore di vita? Ai posteri l’ardua sentenza; quel che è certo è che questo è un libro sorprendente, sia per i contenuti che per la scelta di un’ambientazione a prima vista inusuale, ma in realtà, a giudicare dai contenuti delle tavolette ritrovate negli scavi archeologici (in buona parte conti e bilanci di aziende, inventari, contratti), ampiamente realistica.

Insomma, se avete qualche ora di tempo, prestate orecchio ai segreti nascosti 4000 anni fa nelle tavolette di Babilonia: potreste essere sorpresi della loro attualità.

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Sitografia

Fanpage, 22/08/2023 – Stop al segreto salariale, si potrà sapere lo stipendio medio dei colleghi: la nuova direttiva Ue (ult. visita 17/11/2023): https://www.fanpage.it/politica/stop-al-segreto-salariale-si-potranno-conoscere-le-buste-paga-dei-colleghi-la-nuova-direttiva-ue/

YouTube – Audiolibro completo (ult. visita 17/11/2023): https://www.youtube.com/watch?v=ZPaLH6W2ggI

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