La Santa – Cosimo Alemà (2013) | Recensione Film

Locandina de La Santa, disegnata da Guitar_Boy (da Cineblog.it)
Locandina de La Santa, disegnata da Guitar_Boy (da Cineblog.it)

English version available here.

Anno: 2013

Produzione: Panamafilm; RAI Cinema

Regia: Cosimo Alemà

Sceneggiatura: Cosimo AlemàRiccardo Brun

Direzione della Fotografia: Edoardo Carlo Bolli

Montaggio: Giulio Tiberti

Musiche: Andrea Farri

Durata: 91 minuti circa

Budget: N/A

Incassi: N/A

Qui il film completo: http://www.raiplay.it/programmi/lasanta/

Buona lettura!

ATTENZIONE – CONTIENE SPOILER

L’Italia è costituita per lo più da piccoli paesi (quasi 8.000 Comuni per meno di 60 milioni di abitanti) e tuttavia sono pochi i film del panorama mainstream che guardano davvero alla provincia: piuttosto, sono presenti molti film che, più che della provincia, si occupano della periferia e dei rioni delle grandi città.

Ci sono ovviamente delle eccezioni: si potrebbe pensare a Signore & signori, o a La guerra degli Antò. Anche Non essere cattivo e Qualunquemente si soffermano a lungo sulla provincia italiana, pur focalizzandosi principalmente su altre tematiche.

Questi film, pur sotto una facciata a volte anche ridanciana, appaiono molto seri: mostrano la provincia e i suoi vizi, le piccole città dove tutti conoscono tutti, le ipocrisie quotidiane, la potenza dei notabili locali, una via di fuga che si concretizza nel tradimento coniugale, nella droga, nell’emigrazione.

Ben diverse sono le commedie di ogni dove e di ogni quando, in cui la provincia è essa stessa un rifugio, la meta di una fuga dal logorio della vita moderna, un luogo in cui tutto scorre più lento e ancora vigono certi non meglio identificati “veri valori”. Il risultato è spesso un souvenir, una cartolina rassicurante e immutabile.

Ecco, La santa è un film che ha deciso di andare oltre questa cartolina. E con la coproduzione con RAI Cinema e una partecipazione Fuori Concorso al Festival di Roma 2013 si fregia di una nota istituzionale che in un film come questo può essere decisiva.

Ecco la trama. In un paesino del Sud Italia (il film è stato girato a Specchia, in Puglia) quattro individui sono nella piazza principale: progettano il furto della statua della santa patrona del villaggio, e ognuno di loro si porta dietro la sua storia di personale disperazione. Una ragazza del luogo indaga su di loro.

Questa è la premessa di un di un noir, di un caper movie, e La santa è esattamente questo: un noir ambientato nel Meridione italiano, in un paesino sperduto dimenticato da tutti. Un paese talmente lontano dal resto del mondo che la reazione al furto non sarà una telefonata alla polizia, ma l’inseguimento e il linciaggio dei ladri.

Dal punto di vista tecnico La santa si presenta benissimo, un film che merita la visione su un grande schermo (o almeno su uno schermo grande).

La fotografia è ottima, e il villaggio risulta essere un insieme grigio/seppia/bianco di case storiche e vicoletti. Gli interni sono ben assemblati, e sono molto simili a certe case in cui alloggia la piccola borghesia di un paese o di una frazione, con i comò pieni di oggettistica kitsch e le pareti con il calendario dei santi.

Si dirà che la statua della santa è un po’ povera, e che pur con tutta la sospensione dell’incredulità del mondo potrebbe non valere il rischio che i protagonisti corrono per averla. Ora, a prescindere dal fatto che statue del genere sono presenti in ogni chiesa, qui viene comunque in aiuto la scrittura: la statua è in realtà un falso, e quella vera non si vede che per pochi fotogrammi. La credibilità del film è salva.

Sempre parlando di scrittura, i dialoghi sono ottimi: risultano credibilissimi infatti sia la scena di Chiara a letto con Gianni sia il discorso che Agostino fa alle allieve della scuola cattolica, come anche le parole del fornaio, fra i pochi esseri “umani” incontrati da Dante.

E credibili sono anche gli attori, tutti, da Francesco Siciliano (anche produttore per Panamafilm) a Lidia Vitale, fino al prete del paese, allo speaker della radio locale e alle comparse. Tutti gli interpreti sono in grado di prendersi sul serio e mantenere alta la tensione di un film che non manca mai di azione e di ritmo, anche se i ladri sono sempre disarmati (l’unico con una pistola, Agostino, non la usa praticamente mai).

Si segnala come fra l’altro, nonostante il film sia ambientato in un paese di provincia ben caratterizzato come meridionale, sia stata presa la decisione di rinunciare ad ogni possibile espressione dialettale. Scelta che da un lato riesce rendere l’ambientazione più universale, e dall’altro ha il pregio di rendere il film fruibile su tutto il territorio nazionale.

In conclusione, La santa è un film violento, ritmato, pieno di azione e di riflessioni sulla vita, sul quotidiano, sul Sud, sulla provincia, sulla violenza, sulla religione, sul riscatto personale. Tutto questo e tanto altro in un’oretta e mezzo piena come un uovo.

Non aprite quella porta ha incontrato Operazione San Gennaro, e il risultato è da vedere.

Consigliatissimo!

Su RAIPlay qui: http://www.raiplay.it/programmi/lasanta/

Sitografia

Cineblog.it – http://www.cineblog.it/post/332697/la-santa-cosimo-alema-fuori-concorso-al-festival-di-roma-2013 (ult. visita 28/07/2017)

IMDB – http://www.imdb.com/title/tt3334514/?ref_=nv_sr_3 (ult. visita 28/07/2017)

Tarantablog – https://tarantablog.wordpress.com/2013/12/15/taranta-cinema-zimbaria-firma-le-colonne-sonore-del-film-la-santa/ (ult. visita 28/07/2017)

Wikipedia in italiano – https://it.wikipedia.org/wiki/La_santa_(film) (ult. visita 28/07/2017)

Un pensiero su “La Santa – Cosimo Alemà (2013) | Recensione Film

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